Rifugio Carate Brianza

Ritratto di Cai56
Cai56
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Quota di partenza: 
1 540 m
Quota di arrivo: 
2 636 m
Dislivello: 
1 096 m

Introduzione

Per raggiungere il Rifugio Carate normalmente si percorrono altri e ben più brevi sentieri. Questo tracciato, di grande interesse ambientale, geologico ed etnografico, va a percorrere l'antico alveo del Torrente Scerscen che convogliava le acque dei ghiacciai del gruppo del Bernina fino alla confluenza in Val Lanterna. Attualmente, per deviazioni naturali e per abbondanti captazioni idroelettriche, il livello delle acque è talmente basso da consentire la visione delle erosioni della base rocciosa. Poco dopo l'ingresso nel vallone dello Scerscen si affiancano gli imbocchi delle antiche cave di amianto che hanno funzionato fino al termine della 2° guerra mondiale: oltre ai resti esterni delle attrezzature di servizio, è possibile visitare - con estrema cautela ed adeguata attrezzatura - i cunicoli di scavo ancora percorribili. Altro punto di interesse è la visita - con breve deviazione - al noto Cimitero degli Alpini, peraltro ben mimetizzato
nell'ambiente sassoso. Per quanto riguarda il panorama, comprende semplicemente tutte le montagne comprese fra la Forcola Fex-Scerscen e il Pizzo Scalino.

Descrizione

Dal parcheggio, ignorando la strada principale che sale alle dighe di Campomoro, si imbocca in lieve discesa la strada di sinistra che si dirige all'abitato di Franscia; appena prima del ponte sul secondo torrente, presso una centralina idroelettrica, si stacca - segnalata - la mulattiera per l'Alpe Foppa. La si percorre per qualche centinaio di metri, poi la si abbandona proseguendo in piano verso sinistra tenendosi alti sulla gola del Torrente Scerscen. In questo tratto le indicazioni a vernice gialla sono ormai molto scadenti e la traccia nell'erba del rado bosco è difficile da seguire: comunque è necessario salire fra i pini un po' a sinistra fino a raggiungere una spalla di rosse rocce montonate. Da qui il sentiero, più evidente e meglio segnato, prosegue salendo lungo cenge comode e molto panoramiche. Il tratto successivo - esposto, ma mai molto pericoloso se asciutto - conduce in profondità delle gole di Scerscen tenendosi un centinaio di metri
alto sul torrente. In corrispondenza di un ruscello da destra bisogna fare attenzione ad un bivio: la traccia più debole - verso destra - è quella da imboccare [Un bollo rosso su un tronco sulla destra, lungo la traccia più marcata, indica un errore di direzione]. Si risale la valletta ripida, umida ed erbosa fino a raggiungere la bella conca dell'Alpe Foppa 1880 m; la si percorre per un breve tratto per poi salire a sinistra fra blocchi franati e grandi abeti. In breve si raggiunge una recente pista forestale che si segue verso sinistra. Il sentiero originale è stato cancellato dagli sbancamenti. In corrispondenza di un ponte di legno - palina segnaletica - si prende un sentierino a sinistra e si scende ripidamente nel secondo tratto delle gole di Scerscen. Si tratta di un corridoio roccioso ingombro di massi e di rigogliosa vegetazione da umido, con pareti lisciate dall'antico corso d'acqua e marmitte dei giganti. Al suo termine si giunge alla
vastissima spianata dell'Alpe Campascio 1828 m, che si attraversa su tracce nel pascolo paludoso fino ad immettersi nel battuto sentiero dell'Alta Via della Valmalenco che proviene da sinistra. Sul fondo della spianata si notano delle baite: a fianco di quella più a destra parte la mulattiera sassosa e in costante salita che in circa 20 minuti conduce ai rifugi dell'Alpe Musella 2021 m. Si contorna il dosso con la chiesetta e si raggiungono le abitazioni dell'alpe; dal lato a valle, in uno splendido lariceto, si stacca il sentiero per il Vallone di Scerscen (variante dell'Alta Via). Dopo qualche saliscendi, la traccia si inoltra nella valle, fra rocce montonate, pietraie e - percorrendo due ponticelli attrezzati - raggiunge le discariche delle soprastanti miniere di amianto. Si attraversa il torrente e si risale tutto il vallone sul lato sinistro; una breve salita ripida conduce ai resti dell'Alpe Scerscen, abbandonata ai primi dell'800 per l'avanzata
del ghiacciaio (notare i pascoli coperti dai sassi calcarei morenici). Proseguendo, si arriva ad un bivio 2400 m circa: lasciando a sinistra la traccia per la Forcella d'Entova, si scende a destra in direzione "Rif. Marinelli" e "Rif. Carate". Nei pressi è segnalata anche la presenza del "Cimitero degli Alpini", monumento a 17 soldati rimasti sepolti da una valanga nel 1917 durante un corso di sci alla Capanna Marinelli. La traccia - veramente molto labile - per il Rifugio Carate è indicata da una scritta a vernice su di un masso. [La traversata/risalita al Rifugio Carate è da intraprendere solo in caso di visibilità ideale a causa della non prevedibilità del percorso e della scarsa visibilità delle segnalazioni a vernice.] Gradualmente si scende nei pressi del torrente e si raggiunge il ponte in metallo che lo varca calandosi lungo la sponda estremamente franosa. Sull'altra riva inizia una decisa risalita attraverso il versante occidentale del
Monte delle Forbici; giunti su una spalla di lisci lastroni di serpentino, la traccia inverte direzione e va a contornare da nord lo stesso Monte delle Forbici e lungo un canalino friabile si porta al primo dei due Laghetti delle Forbici. In piano si supera il secondo e con una diagonale in lieve salita si raggiunge la Bocchetta delle Forbici 2636 m. Da qui è già visibile il sottostante e vicinissimo Rifugio Carate 2600 m circa. Una lunghissima serie di comodi tornanti attraverso il pendio detto "Sette sospiri" (terrazzi morenici) riporta all'Alpe Musella: già toccata all'ingresso del Vallone di Scerscen, ora si attraversa nel suo gruppo alto di baite 2076 m. Senza segnalazioni, si imbocca una bella traccia (recentemente allargata per consentire il passaggio di piccoli mezzi agricoli) che, nel bosco e fra rocce montonate, va a raggiungere la pista forestale proveniente da Campomoro: la si segue verso sinistra per poche decine di metri, fino a una
palina indicatrice. La mulattiera che si stacca verso destra - risalente ai primi anni '50, di pendenza regolare, a lunghi gradoni lastronati - scende con una lunga serie di tornanti attraverso la foresta di conifere che domina la conca di Franscia. Dopo aver contornato la radura dell'Alpe Foppa, in breve - su traccia più smossa - si torna al bivio iniziale e quindi al ponte presso la centralina.