Parco Regionale della Spina Verde

Ritratto di sentierando
sentierando
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Quota di partenza: 
285 m
Quota di arrivo: 
397 m
Dislivello: 
400 m

Introduzione

Lungo la linea di confine con la Svizzera, facile passeggiata in un'area dai tanti interessi, archeologici con la civiltà di Golasecca, la linea Cadorna, il contrabbando e per finire le castagne.

Descrizione

Dalla parrocchiale di Drezzo, si sale seguendo le indicazioni del sentiero confinale in direzione della Chiesa della Madonna della Assunta, una piccola deviazione, consigliata, lungo la via crucis, consente di visitare almeno dall'esterno la chiesa e di godere del bellissimo panorama sul Canton Ticino. Tornati sulla strada asfaltata, si prosegue diritti per via Ronco in leggera salita. Si costeggia una casa seguendo i bolli ed i cartelli del sentiero vita, da sottolineare la ricchezza di specie arboree che si incontrano, ippocastani, sorbi, aceri, betulle, ciliegi e ovviamente castagni. Al termine dell'asfalto, di fronte al cancello di una villa, si devia a destra per una carrareccia. Entriamo così nel bosco fitto dapprima di castagni alternati poi in prossimità di Poggio Bruciato, a pini silvestri. Al successivo bivio si gira a sinistra raggiungendo in breve un incrocio con un cartello per Monte Olimpino. Si procede quindi a sinistra sempre nel bosco arrivando ad un ulteriore bivio dove si dovrà andare a sinistra in direzione della rete che delimita il Poggio Bruciato e la sua pineta. Si segue la rete e la successiva palizzata che segnano il confine italo-svizzero con l'indicazione del punto più meridionale della Svizzera. Finita la staccionata si continua diritti, indicazione per la Chiesa dei Pittori, qui è il tratto più difficile da individuare di tutto il tracciato. Si sale leggermente per arrivare su un dosso dove si devia a sinistra e subito dopo a destra per una traccia ben visibile anche se meno marcata di quella che prosegue diritta. Si scende in direzione Colombirolino arrivando su una strada bianca. La si segue in leggera salita a sinistra fino ad una costruzione proprio sul confine. Giunti all'edificio, si lascia la strada per prendere la traccia, dietro l'abitazione, che corre lungo la rete confinale. Si procede in discesa ignorando il sentiero che va a destra ed al successivo bivio, si risale diritti trascurando le tracce migliori a destra (Italia) e a sinistra (Svizzera). Si arriva in breve ad un cippo di confine. Si segue la debole traccia (nota poco a sinistra il sentiero svizzero molto più evidente !!) costeggiando una rete privata sulla destra ed incontrando altri cippi di confine. Si ritrova quindi la palizzata di confine uscendo, dopo una breve e ripida discesa, su una strada sterrata. Si volta a destra anche se c'è un cartello che indica Sasso Cavallasca a sinistra. Si attraversa un prato, con case e orto, prendendo, alla fine di questo, a sinistra per un sentiero con dei bolli. Lo si segue in salita fino ad una piccola costruzione dove si compie una vera e propria inversione a U per andare a sinistra. Si procede ora diritto sul sentiero, qui iniziano ad essere visibili i resti della linea Cadorna, si incrocia una strada dove ci sono alcuni cartelli e sempre diritto si arriva ad un bivio con un tronco di albero morto in mezzo. Qui si gira a sinistra in leggera salita per giungere in breve ad un cartello indicatore che verso destra ci manda per salita accentuata verso Sasso Cavallasca. Al termine della salita si sbuca sul un bellissimo belvedere su tutto il primo tratto del lago di Como. Si scende ora verso sinistra ed al sottostante bivio se si va diritti si raggiunge l'altare sopra San Fermo se si va a sinistra si scende direttamente al paese. La discesa è indicata con bolli gialli, bisogna prestare attenzione a lasciarli a sinistra ad un bivio nei pressi di una recinzione, si prende quindi a destra arrivando ad un prato con case, tralicci e uno splendido melograno dove la strada per un tratto è asfaltata, torna poi sterrata per diventare definitivamente asfaltata più in basso. Da qui in breve si arriva alla statale e quindi a San Fermo dove non resta che prendere l'autobus per tornare a Drezzo.

Autore

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