Rifugio Guide di Ayas

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gian
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Difficoltà: 
T3
Quota di partenza: 
1 690 m
Quota di arrivo: 
3 420 m
Dislivello: 
1 730 m
Tempo di salita o complessivo*: 
5h15'
Tempo di discesa: 
3h45'

Introduzione

Itinerario di alta montagna riservato ad escursionisti esperti. Il rifugio di recente costruzione si trova su una guglia circondata dai ghiacciai è il punto di partenza per l'ascensione al Castore ed al Polluce. Nell'attraversare il grande ghiacciaio di Verra, anche se non vi sono crepacci visibili, la prudenza impone di procedere legati.

Descrizione

Si torna indietro per una trentina di passi lungo la strada asfaltata e si prende il viottolo che parte a fianco di una tettoia tra i due ponti e si dirige verso nord attraversando un gruppo di case; dopo aver superato un bel rascard in ristrutturazione si arriva al ponte sul torrente Verra dove si trova la palina della sentieristica regionale. Seguendo le indicazioni per il sentiero (7) ci si avvia lungo la mulattiera lastricata che sale ripida a fianco del torrente e lo attraversa poco dopo su un ponte in legno, dopo un primo tratto bordato da alcuni bassi muri in pietra ne segue un altro dove il tracciato originale si perde tra numerose tracce che salgono disordinatamente fino a confluire nuovamente nella vecchia mulattiera che sale pigra e con ampi tornanti all'ombra dei larici fino ad arrivare al bivio sotto il villaggio di Fiery.
Si prosegue lungo il sentiero di destra attraversando una radura dove spicca sulla destra la forma snella della casa alpina don Bosco, un fabbricato il pietra alto cinque piani ricordo di un turismo ormai scomparso. Rientrati nel bosco si segue il sentiero che sale con alcune ripide curve e ogni tanto si divide per poi ricongiungersi poco più avanti; dove manca il selciato e la pendenza si fa più sostenuta le radici tenaci di larici trattengono il tracciato del sentiero mentre i rami offrono riparo dal caldo sole estivo. Ben presto la pendenza diminuisce e il sentiero si dirige verso destra, quasi in piano, in direzione del torrente che si sente rumoreggiare in fondo alla gola. Si attraversano i resti di una carbonaia: un tratto di terreno circolare e in piano dove i carbonai ammucchiavano la legna e dopo averla ricoperta di terra la facevano bruciare lentamente per ottenere il carbone di legna. Subito dopo si supera un ruscello utilizzato per l'irrigazione e ci si immette sulla strada sterrata che in leggera discesa porta al Pian di Verra. Si percorre lungo la pista tutto il bellissimo pianoro erboso circondato dagli ultimi boschi di conifere fino ad arrivare al ponte sul torrente Verra. Sopra i larici si staglia imponente la morena e gli splendidi ghiacciai che scendono dal Breithorn, dal Castore e dal Polluce.
Appena oltrepassato il ponte si prende il sentiero (7) che inizia sulla sinistra e taglia i numerosi tornanti della strada sterrata che porta al Pian di Verra Superiore. Camminando all'ombra dei larici si risale il pendio arido fino a raggiungere, usciti dal bosco e in prossimità del torrente che si sente rumoreggiare sulla destra, la strada sterrata che si percorre verso l'interno del vallone. Dopo un breve tratto in leggera discesa che porta vicino all'acqua cristallina si riprende a salire, si attraversa un piccolo pianoro e dopo una leggera curva si raggiunge il cartello che segnala l'inizio del sentiero per il [[Rifugio Mezzalama]]. Si lascia la strada sterrata per il ripido sentiero che sale a stretti tornanti il fianco della morena fino a raggiungere una paretina di roccia lisciata dai ghiacciai e il tratto dal quale si distingue in lontananza il rifugio delle Guide della Val d'Ayas; poco dopo la pendenza diminuisce, si attraversa un prato pianeggiante punteggiato da alcuni massi e si arriva all'incrocio con il sentiero che sale dal Pian di Verra Superiore. Tenendosi sulla sinistra si segue il sentiero marcato che con moderata e regolare pendenza risale il fianco della morena fino ad arrivare in vista del rifugio Mezzalama, riconoscibile dalle caratteristiche imposte rosse, e che dista ancora un'ora di cammino.
Non appena si raggiunge la sommità del pendio erboso appare in tutta la sua imponenza l'ampia valle scavata dal ghiacciaio che si presenta arida e spoglia, con le acque di scioglimento che scorrono sul fondo, formando un singolare contrasto con il versante esterno ormai colonizzato dalla prateria di alta montagna su cui non è raro vedere branchi di stambecchi al pascolo. Proseguendo in cresta si osserva sulla sinistra la lingua glaciale di colore scuro che da alcuni anni è in costante ritiro e dopo un breve tratto in discesa si riprende a salire fino a raggiungere la seconda gobba dove si riprende fiato, a circa mezz'ora dal rifugio, e guadagnando quota si vedono apparire sulla destra, in lontananza, le acque biancastre di un laghetto glaciale. Arrivati al limite della vegetazione, dove il verde dell'erba lascia posto al grigio dei sassi, dopo un'ultima curva appare il rifugio che si raggiunge in pochi minuti.
Dal rifugio Mezzalama si fanno pochi passi sulla sinistra fino ad arrivare alla pista di atterraggio dell'elicottero dove inizia il sentiero per il Rifugio Guide della Val d'Ayas. Dopo un primo tratto tra le rocce montonate e i massi abbandonati dal ghiacciaio durante il suo ritiro a poco a poco il sentiero si restringe riducendosi a una traccia incerta mentre i bollini segnavia gialli diventano più frequenti e conducono alle rocce rosse dove si supera un piccolo gradino con un poco di agilità. Raggiunti i margini del grande ghiacciaio di Verra lo si attraversa in un tratto in piano e privo di crepacci evidenti, dirigendosi verso il torrione roccioso che regge il rifugio. E' opportuno uscendo dal ghiacciaio non fermarsi sotto i bellissimi seracchi a sinistra che potrebbero scaricare ma dirigersi con decisione verso il ripido nevaio, misto a sfasciumi che si trova sulla destra. Lo si risale aggirando la parete rocciosa fino a quando la pendenza diminuisce e si cominciano a intravedere i tetti in lamiera del rifugio, continuando sulla sinistra si incontrano nuovamente i segnavia gialli che conducono alla base del breve sperone sud-est, qui si prosegue lungo il piccolo sentiero attrezzato da corde fisse nei tratti più delicati, che in tarda estate è normalmente sgombro dalla neve, fino a raggiungere in pochi minuti l'entrata principale del rifugio.
Il ritorno si svolge sullo stesso percorso dell'andata.

 

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